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La raffita mondiale (e il dentice ringrazia)

di Paolo Iacopini 


 

I primi 5 giorni di pesca in Atlantico erano andati molto bene e la nostra memoria era già piena di bellissimi ricordi: un tonno di circa 30 kg che avevo preso in piedi sul barchino con la 20 lb in 40 minuti di bellissima lotta; il wahoo di Stefano (14 anni) che sulla prima fuga non riusciva a togliere la canna dal portacanne; le incocciate sui branchi di yellowfin con tutti i mulinelli che partivano contemporaneamente in un allegro caos di grida, intrecci di lenze e sbattere di code; la bellezza della pesca da terra, di notte, semisdraiati nella buca fatta nella sabbia a controllare il cimino stagliato contro un cielo stellato secondo solo a quello che avevo visto a 5000 mt in ande e himalaya; la prima volta in sedia con un martello di 80/90 kg, che avevo avvistato e lottato, goffamente prima, ma sempre meglio sul finale.

Era arrivato così, fra battute di brunello e gran mangiate di pesce, l'ultimo giorno di pesca. Il foglio dei turni mandava Adriano, Brunello e Stefano ad insidiar ricciole, me e Romano sul barchino.

Fatte le boghe si va a trainare piano su fondali irregolari e scogliosi. La prima abboccata è a vuoto e recuperiamo un'esca straziata in mezzo ai due ami in modo incredibile. Poi parte la canna di Romano e subito comincia una lotta durissima con un pesce che cerca il fondo con fughe mal controllabili. sfrizionate, recuperi, fughe, recuperi, puntate e pompate. Alla fine la 20 lb con filo nuovo porta a tiro di raffio un dentice enorme.

Ora bisogna sapere che il giorno precedente, dopo una mia raffiata ad un tonnetto fatta dal basso verso l'alto, mi avevano spiegato che è meglio raffiare sulla schiena, con movimento verso la barca.

Ebbene, il denticione vinto è arrivato sotto la barca talmente sfinito che... si è voltato sul fianco porgendomi il pancione. Questo mi ha fatto esitare e la raffiata è andata a vuoto. Il dentice, formato sportello di auto, si è agitato in superficie e la seconda raffiata ha preso in pieno il terminale d'acciaio slamando il record del mundo. Record del mundo, come non smetteva di ripetere Suso il nostro esperto skipper, che valutava il dentice "mas de 15 kg".

Che dire, era il 17, sfortuna? fatalità? sicuramente inesperienza (ma se non si comincia mai...)

Romano cercava di consolarmi, anche perchè se mi ammazzava avrebbe avuto una sorella vedova ma ormai il pomeriggio era diventato amaro ed anche un paio di "mostri" attaccati e fuggiti, causa loro manifesta superiorità, non ci davano più' emozioni.

Tornati all'appartamento apro il congelatore e guardo il dentice di kg 6 incredibilmente piccolo rispetto a quello perduto. Al club mi accoglie un coro di applausi e di mooona... mooona... dei veneti (accidentalloro ed ai telefonini) e l'indomani all'aereoporto un cartello, arrivederci e grazie, firmato il dentice. Il prossimo che mi prende in giro... lo raffio!